Robert De Niro, Martin Scorsese, Meryl Streep, Leonardo Di Caprio, Dustin Hoffman, Michelle Williams e molti altri volti noti, sono solo alcuni dei soggetti ritratti dal 1977 ai giorni nostri, principalmente in bianco e nero, da colei che è divenuta una delle virtuose dell’obiettivo più apprezzate sia tra appassionati e collezionisti che nel mondo della carta stampata. I 40 anni di lavoro di Brigitte Lacombe sono condensati nella mostra Complicities alla Galleria Phillips di New York. Una raccolta di scatti della celebre fotografa francese che con sensibilità e abilità non comuni suggerisce un’inedita prospettiva sul mondo del grande cinema, raccontando l’intensità di momenti informali e talora privati di attori e registi immortalati sul set di lavoro o dietro le quinte, cogliendone aspetti reali e sfumature prive di filtri e “maschere”.
Si spiega così il titolo della mostra quel “Complicities” che sottolinea, appunto, il rapporto intimo, l’intesa profonda, la comunione spontanea che Brigitte Lacombe è riuscita a intrecciare con chi si è trovato davanti al suo obiettivo. Ma al tempo stesso si tratta di immagini intrise da una lieve aura di mistero, quasi celassero un segreto che, ovviamente, la fotografa non rivela. Le sue prime esperienze lavorative hanno avuto luogo proprio sui set cinematografici dei film più belli mai prodotti dagli anni ’70. Dopo aver lavorato per la rivista di moda francese Elle, nel 1975 al Festival di Cannes conosce Dustin Hoffman e Donald Sutherland, diventa una maestra a pieno titolo nell’afferrare quella particolare smorfia o espressione, imprimendola per sempre nell’immaginario collettivo. Trasformandola in opera d’arte. Vi raccontiamo questo viaggio a metà strada tra la finzione e la vita vera, tra l’essere e l’interpretare, attraverso una speciale polaroid. Un frammento della poetica che è possibile sfiorare nel suo sublime lavoro.
“Alcuni attori amano posare per dei ritratti. Adorano lo scambio con il fotografo e il momento in cui sentono di essere al loro meglio. Non Meryl Streep. Ho incontrato Meryl nel 1978 sul set di Kramer contro Kramer. Abbiamo anche fatto il poster per il film insieme e poi abbiamo continuato a lavorare insieme di tanto in tanto. Ho scattato questo ritratto nel 1988 per la copertina di Interview Magazine. Fui sorpresa che Meryl fosse d’accordo a farlo, visto che so che si concede così raramente. Ero in trepidazione, poichè volevo fare un buon lavoro per il giornale, per me stessa, ma soprattutto per lei perchè sapevo che lo stava facendo per me. Eravamo in uno studio a Soho, New York. Meryl Streep arrivò da sola. Non arriva mai con un entourage. Eravamo un piccolo gruppo in uno spazio molto intimo.
E’ sempre difficile fare ritratti di persone che conosci molto bene, ma per il tipo di ritratti che faccio io, l’intimità è tutto. Ho bisogno della collaborazione della persona che fotografo perchè voglio sia un momento di condivisione. La persona deve essere in grado di aprirsi e di creder in te a sufficienza per farti guardare dentro di lei. Posare per un ritratto ti rende vulnerabile e questo è intimidatorio, sia per chi viene fotografato che per il fotografo. Quando non sta recitando, Meryl Streep è riluttante ad essere guardata e vista. Ma quel giorno era aperta, pronta a stare un po’ di più… Ho pensato che Meryl fosse al suo massimo, massimo splendore quel giorno. I ritratti di quella serie sono molto semplici, classici e puri. Le persone se li ricordano”.
Una mostra imperdibile.
di Valeria Ventrella per DailyMood.it
Vademecum :
“Brigitte Lacombe: Complicities”
New York, Phillips gallery, 450 Park Avenue
Credit Photos:
BRIGITTE LACOMBE – John Malkovich, Uma Thurman, and Swoosie Kurtz, ‘Dangerous Liasons’, Château de Maisons-Laffitte, France, 1988
BRIGITTE LACOMBE – Sofia Coppola and Kirsten Dunst, ‘Marie Antoinette’, Château de Pontchartrain, France, 2005
BRIGITTE LACOMBE – Robert De Niro and Martin Scorsese, New York, N.Y., 2002
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