Un bagno di folla ha accolto sul Lido l’arrivo di James Franco. Il divo americano è sbarcato a Venezia per presentare nella sezione Cinema nel Giardino il suo nuovo film, In Dubious Battle, di cui è sia regista che interprete.
Ashley Greene @ La Biennale di Venezia
Con un cast d’eccezione (Selena Gomez, Vincent D’Onofrio, Bryan Cranston, Ed Harris, Robert Duvall), il film è l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di John Steinbeck, e tratta delle agitazioni dei lavoratori agricoli nella California degli anni ’30, durante la Grande Depressione. “La letteratura angloamericana è una mia grande passione ed anche oggetto di studio per me – ha dichiarato Franco, che ha svolto anche un dottorato di ricerca sull’argomento. “Steinbeck per me è sempre stato uno degli autori più semplici da capire, lo sento vicino. Anche io sono della California, come lui, e mi sono formato leggendo i suoi libri, ambientati nei posti in cui sono cresciuto.
C’è dunque una connessione particolare tra James Franco e la letteratura dell’autore di Furore, e la scelta di portare sullo schermo questo romanzo è stata dettata da diversi motivi. “Avevo appena portato a Broadway un mio adattamento di Uomini e topi – ha raccontato l’attore-regista – e ho pensato che era giusto continuare il mio lavoro su Steinbeck. Pensavo di realizzare per il cinema proprio quest’opera, ma poi mi sono reso conto che di Uomini e topi erano già stati fatti dei buoni adattamenti a cui non avrei potuto aggiungere nulla di nuovo. In fondo è una storia abbastanza intima, che non lascia molta libertà al cinema”. E così Franco ha optato per In Dubious Battle, “un racconto di più ampio respiro, che include molti aspetti della battaglia servo-padrone e che si adattava meglio al medium cinematografico”. Così dopo Child of God, tratto da Cormac McCarthy, che aveva un unico protagonista, e As I Lay Dying da William Faulkner con sei personaggi principali, questa volta James Franco ha osato intraprendere l’ardua strada dell’opera corale: “come regista è stato un grosso impegno, in ogni scena dovevo gestire 1000 persone” – ammette.
In Dubious Battle @ La Biennale di Venezia
In Dubious Battle non è però un film propriamente incentrato sul conflitto tra i padroni e i lavoratori. Più che altro – ha spiegato l’interprete di Spring Breakers – “mi sono concentrato sul conflitto interiore dei personaggi, e chiaramente, non potevamo che schierarci dalla parte dei più sfortunati, quindi dei lavoratori”.
Questo film rappresenta un nuovo tassello nella carriera di James Franco, “un vero artista”, come lo ha definito in conferenza stampa il produttore Andrea Iervolino. Franco è infatti multitasking; è scrittore, regista, attore, uomo di teatro. “Penso che tutte queste mie attività siano connesse tra loro. Però quando fai tante cose diverse, la gente ti critica. Di questo ne ho parlato con il mio amico regista Harmony Korine – racconta – il quale mi ha detto di fregarmene e di continuare a spaziare in diversi campi: il pubblico potrà anche reagire male ma poi si abituerà”. Ma Franco ha poi concluso sull’argomento, indicando quella che forse sarà la sua soluzione al problema: “in quanto artista sono anche molto sensibile alle reazioni negative del pubblico, per cui in futuro non escludo di inventarmi un alias”.
Di Antonio Valerio Spera per DailyMood.it