Venezia 73

Natalie Portman: “La mia Jackie tra pubblico e privato”

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“Una regina senza trono”. Così il regista cileno Pablo Larraìn definisce Jackie Kennedy, che rappresenta sullo schermo nelle settimane che seguono l’omicidio di JFK. Jackie è un biopic intenso ed emozionante che prova ad entrare nell’intimità, nella dolorosa elaborazione del lutto dell’ex first lady, icona di stile ed eleganza tra gli anni Sessanta e Settanta. Ad interpretarla, in una delle performance migliori della sua carriera, un’impressionante Natalie Portman.

Jackie – Natalie Portman – la Biennale di Venezia – foto ASAC (2)

Pablo Larraìn, perché Jackie Kennedy?
Pablo Larraìn: Perché no?! A parte tutto, questo film è stato un invito che ho ricevuto da Darren Aronofsky, produttore della pellicola. Io non sono americano e nel mio paese non siamo così legati a questo personaggio e a questa vicenda. Ma in ogni caso per me questa storia è straordinaria e mi ha dato la possibilità di concentrarmi per la prima volta film su un personaggio femminile e poi di lavorare con Natalie.

Natalie Portman, nel film ci mostra due Jackie, quella pubblica e quella privata. Come attrice, come ci è riuscita?
Natalie Portman: Con Pablo abbiamo parlato tanto di questo aspetto. Guardando i filmati di repertorio, avevamo notato questa differenza tra i comportamenti pubblici di Jackie e quelli privati, aveva proprio un tono di voce diversa. Ma d’altronde questo “sdoppiamento” di personalità fa parte proprio del conflitto che si vive quando si sa che di essere un simbolo per la gente. Non è stato facile, ma Pablo e lo sceneggiatore Noah Oppenheim hanno fatto un lavoro straordinario.

Pablo Larraìn: Per quanto si possano ottenere molte informazioni, anche negli archivi ufficiali, su Jackie Kennedy, si sa poco di ciò che accadeva “dietro le quinte”. Anche perché Jackie era molto misteriosa, tra i personaggi famosi dell’epoca da questo punto di vista era la più sconosciuta. Noi abbiamo cercato di infiltrarci nel suo privato ed entrare nel suo personaggio con il mezzo cinematografico è stata una grande sfida. Abbiamo provato a mescolare emozione e mistero e Natalie è stata bravissima. Alla fine del film, che in fondo è un film su una donna che affronta una crisi profonda, non si capisce comunque chi era veramente Jackie. E’ impossibile saperlo.

Jackie – Natalie Portman – la Biennale di Venezia – foto ASAC (2)

Nel film sono centrali i dialoghi tra Jackie e il prete interpretato da John Hurt? Come avete lavorato sull’aspetto spirituale/religioso del personaggio?
Natalie Portman: Quando si vive una tragedia improvvisa come quella che lei ha vissuto, è normale mettere in dubbio la fede ed è scioccante porsi certe domande. Questo è stato uno degli aspetti personali di Jackie più difficili da rappresentare, anche perché si è lavorato molto di fantasia per i suoi dialoghi con il prete. Si possono trovare aneddoti di suoi conoscenti a riguardo, ma non di più. Io comunque mi sono avvicinata a lei da diverse direzioni. Lei era una giovane donna, un simbolo, un’icona, una madre, una moglie, tradita per altro.

Pablo Larraìn, dopo Neruda, che era stato presentato a Cannes, questo film è un altro biopic. Nonostante questo, però, hai usato due stili completamenti diversi, perché?
Pablo Larraìn: Non ho scelto stili diversi, sono film diversi e ho solo scelto il modo migliore per girare queste storie. Per Jackie il film lei, era Natalie. Quando siamo arrivati sul set il primo giorno, ho messo Natalie davanti alle macchine da presa. E poi le ho chiesto di avvicinarsi, e poi ancora di avvicinarsi sempre di più: volevo qualcosa di davvero “vicino”, di veramente intimo, per sentire le sue emozioni.

Natalie Portman, quello di Jackie è stato il ruolo più difficile della sua carriera?
Natalie Portman: Non il più difficile, l’ho sentito come il più pericoloso. Perché in fondo tutti conosco Jackie e la possibilità di confronto tra lei e il mio modo di interpretarla mi spaventava. Io non sono un’imitatrice e ho cercato di fare del mio meglio.

Per la tua interpretazioni ti sei ispirata a qualche altro film o a qualche attrice del passato?
Natalie Portman: No, non ho visto altri film e non mi sono ispirata a nessuno. L’unica ispirazione era Jackie, la persona reale. Ci siamo concentrati solo sui filmati di repertorio.

Di Antonio Valerio Spera per DailyMood.it

Photo Credit: La Biennale di Venezia

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