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Autunno detox sull’alpe di Luson

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Ritrovare l’equilibrio immergendosi nella natura alpina autentica.
Dimorare in rifugi alpini senza televisore o in ecowellness resort a impatto Zero. Mangiare formaggo d’alta quota, verdure dell’orto e prodotti della valle.e poi dedicarsi allo sport: trekking, mountain bike, parapendio, cavallo

Pochi la conoscono, riservata e defilata com’è. Eppure l’Alpe di Luson dista solo 12 chilometri da Bressanone, insinuata in una piega laterale della Val d’Isarco. Lunga oltre 20 km, l’Alpe di Luson è la più lunga distesa alpestre dell’Alto Adige, con un paesaggio che va dal vino al cirmolo, ovvero dai vigneti alle pinete, fino al Sass Putia delle Dolomiti

Con più di 2.000 ettari di prati e pascoli alpini rappresenta il secondo più grande altopiano dopo quello di Siusi. Un vero paradiso per gli escursionisti, costellato da oltre 80 malghe dove assaggiare i prodotti tipici del territorio, ascoltare musica strumentale, osservare le rarità dei biotopi, rifugio per piante e animali in pericolo d’estinzione. La fitta rete di comodi sentieri consente di apprezzare, sia d’estate che d’inverno, la regione della Plose, il Parco Naturale del Puez-Odle con le Odle di Eores e il Sass Putia, attraversando ruscelli, foreste di cirmolo, accarezzando grandiose pareti verticali, incrociando, talvolta, il cammino dei camosci e marmotte.
6 percorsi di nordic walking sono dedicati a chi cerca resistenza, forza e coordinazione; non mancano, inoltre, le vie ferrate, percorse da chi coltiva esperienza alpinistica in assenza di vertigini. Lungo tutto l’alpeggio si trovano anche chiesette di campagna e antichi masi, festività e mestieri antichi: qui vengono preservati e mantenuti con grande cura. Sono luoghi, questi, che affondano le loro radici nella tradizione, luoghi che infondono sicurezza e trasmettono un senso di autenticità (la strada asfaltata, qui, è arrivata nel ’79 e per scelta non ci sono impianti di risalita, salvo uno per bambini). Sono luoghi dove la gente ama da sempre fare musica e suonare in compagnia: le note armoniose del corno alpino, della chitarra e della cetra riscaldano i cuori e suscitano gioia di vivere.

COME SI RAGGIUNGE
Basta oltrepassare la città vescovile di Bressanone e addentrarsi nella piega laterale della Val d’Isarco per raggiungere l’idillica Alpe di Luson Le colline ricoperte di vigneti cedono il posto a pinete incontaminate e prati da sfalcio. Nel paese di Luson, il campanile a punta della chiesa barocca di San Giorgio scandisce il trascorrere delle ore; il secentesco mulino Stricker, perfettamente restaurato e tuttora in funzione, racconta i sacrifici di antichi mugnai; mentre il laghetto d’acqua naturale balneabile accoglie i tuffi di grandi e piccini.
COSA SI FA
Per i camminatori, intorno a Luson c’è solo da scegliere i sentieri, sulla base di capacità e resistenza: dai tour in vetta al giro dei masi, l’altipiano offre veramente molte alternative. Una tappa consigliata e abbastanza facile da raggiungere è quella al rifugio Kreuzwiese, quasi a 2.000 metri, una baita antica (risale al 1932, poi ristrutturata e ampliata nel 2005) dove ci si può fermare a godere il sole, a gustare i piatti tradizionali e anche a soggiornare per qualche giorno.
E poi c’è la Plose. Già, a pochi minuti di auto da Luson si arriva a Sant’Andrea, da dove parte la famosa cabinovia della Plose, la «montagna dei divertimenti», sia per l’estate che per l’inverno, appena sopra Bressanone. Con la cabinovia si passa rapidamente dai 1.000 metri di altitudine della stazione a valle ai 2.050 dell’arrivo e da qui, dove d’inverno si apre un comprensorio sciistico ampio e rinomato (comprende anche la Trametsch, la discesa a valle più lunga dell‘Alto Adige con i suoi 9 km di lunghezza e 1.400 metri di dislivello), si può partire per mille itinerari tra sentieri e baite (a piedi, ma anche in mountain bike; tre giorni alla settimana, martedì, giovedì e domenica, si può scendere a valle con i mountaincarts, singolari go-carts senza motore e senza pedali, con i freni, utilizzando quella che d’inverno è la pista di slittino e in 9 chilometri di emozioni e brividi riporta alla stazione di partenza della cabinovia), godendo dello spettacolo delle cime dolomitiche, lì da vedere e quasi da… toccare.

Una tappa quasi obbligata e quella al rifugio Rossalm cui si arriva in un’oretta su un sentiero facile e accessibile anche con i passeggini, lungo la passeggiata circolare «Woodywalk»: circa 4 chilometri con diverse attrezzature sul sentiero, sculture di legno, un percorso Kneipp e soste panoramiche. Il rifugio Rossalm è su un balcone da cui ammirare tutte le cime intorno. Offre ristoro con ottima cucina tradizionale e anche posti letto per chi si vuole fermare, d’estate e d’inverno (e c’è, naturalmente, anche la baita-sauna).
All’esterno i tavoli e le immancabili sdraio (tutto in legno, naturalmente) per chi vuole godersi il sole, oltre ai giochi per i più piccoli. Difficile è… ripartire.

DOVE SI SOGGIORNA
NEL RIFUGIO D’ANTAN
In questo scenario fiabesco, perennemente inondato di sole e ben riparato dal vento, il rifugio Kreuzwiesenalm www.kreuzwiesenalm.com si adagia sull’Alpe di Luson. Dalle sue stanze si può ascoltare la voce del torrente, risvegliarsi al cantare del gallo, odorare il profumo del larice e accoccolarsi tra letti in ferro d’antan e morbidi piumini. Seppure nuovissime e molto romantiche, le camere non hanno televisori per un risveglio totally detox. Il rifugio si raggiunge solo con le ciaspole o a bordo del pickup dell’hotel. Dalle sue finestre si ammira un favoloso paesaggio alpino: le vette circostanti delle Dolomiti, la Plose, le Alpi del Sarentino e dello Stubai.
Soggiornare in questo rifugio interamente costruito in legno di larice e pietra, risalente agli anni Trenta, diventa anche un’ottima occasione per osservare da vicino la lavorazione del formaggio: qui si producono ancora in maniera tradizionale ottime tome profumate alle erbe alpine, formaggio magro grigio, ziggolan, yogurth e burro. Il latte d’alpeggio, l’aria incontaminata e l’acqua di sorgente ne fanno un vera leccornia, da consumare al tagliere, tra melodie folcloristiche alla fisarmonica, o da acquistare come souvenir gastronomico.
Prezzi Kreuzwiesenalm: nella stagione estiva a partire da 53,00 euro persona, con trattamento di mezza pensione, per un soggiorno minimo di 3 giorni.

NELL’ECO WELLNESS RESORT
Con un profilo inconfondibile, il NaturHotel Lüsnerhof www.naturhotel.it oppure www.luesnerhof.it domina la Valle di Luson dal suo punto più panoramico. Grazie alla sua struttura ecosostenibile, realizzata in legno e pietra, e l’autosufficienza energetica, garantita da un impianto a truciolato di legno, pannelli solari e la centrale idroelettrica del paese, il NaturHotel garantisce un impatto zero sull’ambiente. Nella sua cucina, biologica e di appartenenza territoriale, sono eliminate le farine raffinate, aboliti i grassi nocivi e vietato l’uso di preparati industriali. Nelle camere regnano gli elementi naturali, come il legno di larice e cirmolo dei boschi limitrofi, o le pietre calcaree delle Dolomiti (spenti i frigobar, che vengono attivati solo su richiesta). Anche il benessere è 100% naturale, raggiunto grazie a percorsi kneipp nel torrente, bagni nel laghetto alpino, immersioni antigravitazionali nelle tinozze di legno o nella grotta salina, trattamenti viso e corpo eseguiti con ingredienti tratti dal magico mondo dell’Alpe di Luson come i bagni all’olio fossile, i massaggi alle pietre primordiali, gli impacchi al cembro alpino.
Prezzi NaturHotel Lüsnerhof: a partire da 138,00 euro a persona, al giorno, in pensione ¾ e libero accesso alla SPA e ai bagni alpini, partecipazione attività ed escursioni

Per Informazioni: www.luesen.com

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