Le due regine inglesi del cinema sono state le protagoniste della quinta giornata di Venezia 74. Due attrici senza tempo, due ladies dotate di quella classe infinita che sul grande schermo esplode anche attraverso un solo sguardo. Così, dopo che il puro divismo hollywoodiano aveva praticamente monopolizzato le prime battute di questo festival, ecco i due volti più rappresentativi della Settima Arte britannica ad illuminare la Mostra: Judi Dench e Helen Mirren. Due premi Oscar, due mostri sacri, due simboli della vera eleganza british.
La prima è venuta al Lido per presentare Vittoria e Abdul del connazionale Stephen Frears, dove veste i panni della regina Vittoria. Un ruolo non nuovo per l’attrice, che già l’aveva ricoperto venti anni fa in La mia regina,diretta tra l’altro da John Madden, che poco dopo gli affidò la parte della regina Elisabetta in Shakespeare in Love. La Dench è dunque un’habituée della corona, sul grande schermo la porta ormai con una naturalezza e una disinvoltura disarmanti, ed è diventata a tutti gli effetti il vero volto cinematografico della dinastia reale inglese. Questa nuova fatica del regista di Alta fedeltà, con il quale l’attrice era già stata alla Mostra in occasione di Philomena, racconta però una storia assolutamente inedita al cinema. Vittoria e Abdul, in uscita nelle nostre sale il prossimo 26 ottobre, è infatti la storia della straordinaria amicizia tra la sovrana e un commesso indiano giunto a Londra per servire a tavola durante il Giubileo d’oro. “E’ un dramma, non una commedia come molti pensano”, ha dichiarato Frears, al festival anche per ritirare il premio Jaeger-LeCoultre Glory to the filmmaker. “E poi non sappiamo quanto sia vera o meno questa storia. E’ un po’ come Butch Cassidy”. Storia, storia romanzata o leggenda, cambia poco per il film, solido e narrativamente perfetto come sempre con Frears dietro la macchina da presa. “Non avrei mai potuto dire di no a Frears, non me l’aspettavo questa parte – ha detto la Dench in conferenza stampa – ma sono affezionata a questo ruolo, è stato come dare continuità al mio lavoro”. Una continuità in fondo che troviamo anche nella carriera del regista: “Faccio solo film sulla famiglia reale, sono peggiorato negli anni – ha proseguito Frears – ma non potevo perdere l’occasione di portare sullo schermo una storia simile”. D’altronde, non bisogna dimenticarsi del bellissimo The Queen, sull’intimità della regina Elisabetta nei giorni della morte di Diana.
Nei panni della regina, in quel film, c’era proprio Helen Mirren, l’altra grande britannica di giornata. Lei è arrivata al Lido per The Leisure Seeker, prima avventura americana del nostro Paolo Virzì che la vede straordinaria protagonista insieme all’altro fantastico “veterano” Donald Sutherland. Lui è John, smemorato professore di letteratura, lei è Ella, malata ma piena di voglia di vivere. Insieme decidono di partire per un lungo viaggio on the road nel loro vecchio camper per “scappare” da un’America che proprio non fa più per loro. Un grande omaggio all’amore, un grande omaggio alla vita, il film è stato accolto benissimo, con applausi scroscianti, sia dalla critica sia dal pubblico. Si piange, e tanto. Ci si diverte. Uno dei migliori Virzì. Chissà se Annette Bening e i suoi giurati gli regaleranno un premio. Speriamo.