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Il mood del gioiello come ornamento corporale negli abiti di Gianfranco Ferrè

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Un pò è come se ci fosse stato anche Lui alla sua Fondazione Ferrè in via Tortona a Milano, con i “Suoi” cioccolatini disposti ordinatamente sul tavolo del catering, mentre nella sala allestita al secondo piano è l’ornamento e la decorazione dei suoi abiti, ovvero quegli accessori che lo hanno reso famoso agli albori della carriera a fare bella mostra di sè attraverso le parole dei suoi collaboratori di sempre e la curatrice della mostra che ivi viene rappresentata e che sarà inaugurata mercoledì 11 ottobre 2017 alle ore 18.30 a Torino. Quasi dei veri e propri gioielli dunque che Gianfranco Ferrè, il grande stilista di Legnano che ha incantato le passerelle di tutto il mondo con la sua arte ( e di cui ricorre quest’anno il decennale dalla morte) che, dal 12 ottobre 2017 al 19 Febbraio 2018 a Palazzo Madama, saranno in scena per la mostra dal suggestivo titolo Gianfranco Ferrè. Sotto un’altra luce: Gioielli ed Ornamenti.

200 oggetti-gioiello che , in anteprima mondiale la Fondazione Gianfranco Ferrè e Fondazione Torino Musei hanno voluto esporre in un progetto architettonico inedito di Franco Raggi e che giocherà sul continuo contrasto tra il pieno ed il vuoto, il minimalismo e l’essenzialità la luce e l’ombra, con la bellezza dei complessi e straordinari disegni da cui sono stati creati, insomma; fino ad arrivare agli abiti, ovviamente, quasi “liberati” nello spazio.
Lo stilista, che non ha certo bisogno di presentazioni, è stato descritto durante la presentazione alla stampa della mostra da chi lo conosceva come quel talento eccessivo quanto complesso, che tutti conoscono ma che però gestiva con la precisione assoluta – forse eredità dai suoi studi del Politecnico di Milano- che si evince molto bene proprio dalla produzione degli oggetti gioiello.
Ecco dunque quei gioielli nati dal genio dello Stilista lombardo. Eccoli quei piccoli mondi che si mettono in continuo dialogo con gli abiti, quasi come dato antropologico della creazione nella sua globalità protendendosi verso il pubblico che li vedrà esposti alla mostra.
Come delle piccole lenti, ma grandi focus, sulla sua produzione di genio/stilista di abiti di alta moda e che li rendono, come è stato detto durante la conferenza stampa veri e propri“ornamenti corporali” delle sue creazioni.
Ornamenti corporali , protesi degli abiti chissà, sicuramente per questo allestimento non ci saranno vetrine per gli oggetti e gli ornamenti, tutti realizzati per le sfilate dal 1980 al 2007, ma continuo scambio tra gioiello ed abito.
L’idea dunque è semplice: utilizzare il bellissimo Palazzo della Madama nel centro di Torino che è sede del Museo Civico di Arte Antica, creato nel 1863 come contenitore non tanto dell’oggetto in sè, ma come materia-gioiello che inventa e costruisce l’abito, diventandone sostanza, anima stessa.
Ferro e vetro, fantasia e bellezza, quasi gabbie, reti “da polli”dove ruggine e materiali poveri fanno da contrasto alla location ricca e colta, al fine di far quasi “liberare in volo” la bellezza dei gioielli esposti, dalla penombra alla luce degli abiti.
E, come ha detto la curatrice della mostra Francesca Alfano Miglietti e Guido Curto, direttore di Palazzo Madama, è questo collegamento a far apparire il lavoro dello stilista sotto un’altra luce e fatto scegliere il palazzo torinese come location: la decorazione non come il lato “B” della creatività, ma una vera e propria progettazione. Una progettazione “che non cerca il lusso ostentativo della mera apparenza, bensì la sostanza di una espressione poetica correlata ai materiali ed alle forme intensamente vivide di colori e luce”.
Concludendo quindi, una mostra affascinante davvero sotto un’altra luce: quella che sprigionava il genio dello stilista, che credeva fermamente che il gioiello fosse l’elemento più immediato per esprimere un desiderio di bellezza innato, senza tempo da poter indossare per e con l’abito, dicendo Lui stesso“ antico quanto la storia dell’umanità, radicato nella nostra sensibilità perchè capace di tradurre in realtà emozioni e sensazioni”e dimostrando una volta di più , e qualora ce ne fosse stato bisogno, l’enorme differenza tra un abito indossato o messo. Nel segno del vero ed unico mood della moda che spesso pare aver scordato: il saper far indossare la moda stessa e di cui Lui era, indubbiamente, sommo maestro.

di Cristina T. Chiochia per DailyMood.it

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Eventi

Dinos Alive – The Immersive Experience

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Arriva per la prima volta a Milano la più sorprendente mostra immersiva dedicata al mondo dei dinosauri

Dinos Alive – The Immersive Experience, la straordinaria avventura che permetterà ai visitatori di immergersi dell’affascinante mondo dei dinosauri approda per la prima volta in Italia, a Milano. A partire dal 6 Novembre La “Cattedrale”, il nuovo spazio espositivo di 2.500 metri quadri del Certosa District sarà il teatro di questo affascinante viaggio alla scoperta del nostro pianeta quando esso era ancora dominato dalle incredibili e possenti creature del giurassico.

Dinos Alive – The Immersive Experience
è una mostra innovativa che si avvale di informazioni scientifiche e di apparati tecnici di ultima generazione per offrire un percorso espositivo completo e di grande valenza formativa. Le tecnologie multimediali accuratamente integrate negli allestimenti, completano in modo particolarmente suggestivo le installazioni scenografiche e le ricostruzioni sorprendentemente realistiche di un mondo esistito oltre 65 milioni di anni fa.

Dinos Alive – The Immersive Experience
ci invita a vivere una nuova esperienza a contatto con le creature che popolavano la Terra prima della grande estinzione che mise fine al periodo giurassico e che ci ricorda oggi anche quanto possano essere delicati gli equilibri che regolano gli ecosistemi e la sopravvivenza sul pianeta, invitandoci anche a non dare per scontata la sopravvivenza quanto piuttosto a riflettere sui grandi temi del presente, come quello della sostenibilità.

L’esposizione è anche un omaggio alla possenza della natura che rivela sé stessa e i suoi segreti nelle oltre 40 riproduzioni di dinosauri animatronici a grandezza naturale tra i quali spiccano un magnifico esemplare del temibile Tyrannosaurus Rex, l’imponente Triceratopo e il tanto piccolo quanto feroce Velociraptor.

La mostra permette di avvicinarsi a queste creature in modo inedito e particolarmente coinvolgente. Ogni dinosauro è stato realizzato con grande cura nei dettagli e nelle automazioni. Gli esemplari sono quindi sorprendentemente naturali sia nelle movenze, sia nelle espressioni.

L’esposizione si sviluppa attraverso una serie di ambienti tematici che seguono l’evoluzione dei dinosauri nel corso delle ere geologiche: i visitatori avranno la possibilità di ritrovarsi nelle ambientazioni che riproducono fedelmente i paesaggi dell’era mesozoica, popolati da esseri giganti che camminano, nuotano oppure volano.

Il percorso espositivo è accompagnato da approfondimenti scientifici che raccontano la storia della Terra e dei dinosauri fornendo informazioni sulle più recenti scoperte paleontologiche.
Tra le attrazioni più affascinanti si conta l’acquario virtuale che permette di immergersi nelle profondità dei mari, osservando da vicino i grandi predatori marini come il Mosasauro, che regnava incontrastato negli abissi di un tempo.

Dinos Alive – The Immersive Experience si distingue dalle altre esposizioni sull’argomento per la perfetta combinazione tra l’educazione e l’intrattenimento e offre anche spazi di espressione adatti a tutte le età.
Il percorso prevede inoltre un’area dedicata ai più piccoli, che, in veste di aspiranti paleontologi, potranno vivere l’emozione di scoprire anche fossili “interrati”, imparando, quindi, come si è arrivati a determinare le caratteristiche morfologiche degli esemplari più conosciuti.
Da generazioni, i dinosauri suggestionano il nostro immaginario. Grazie a film iconici come la saga di Jurassic Park, e serie animate come Dinosauri, questi giganti preistorici sono diventati una parte integrante della nostra cultura popolare e collettiva. Dinos Alive – The Immersive Experience segna ora la più moderna evoluzione del tema e lo fa in modo ancora più “immersivo”, con un risultato spettacolare ed emozionante.

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Dinos Alive – An Immersive Experience è più di un viaggio nel cuore del Giurassico, è un’esperienza immersiva che
sposa nuove tecnologie ed elementi educativi, attirando un pubblico di tutte le età“, ha dichiarato Hamza El Azhar, CEO di Exhibition Hub, co-produttore e curatore di Dinos Alive – An Immersive Experience. “Dopo l’enorme successo di Dinos Alive! in tutto il mondo – da Los Angeles a Melbourne a Washington D.C.- e l’enorme successo delle nostre altre mostre a Milano, siamo particolarmente entusiasti di aprire questa unica esperienza immersiva, e in una nuova sede destinata a diventare una delle più dinamiche della città in termini di intrattenimento“.

Siamo entusiasti di portare Dinos Alive – The Immersive Experience a Milano, consolidando il successo delle nostre
precedenti collaborazioni con Exhibition Hub in città”, aggiunge Pedro Baptista, Exhibition Hub Senior Team Lead
presso Fever.La nostra partnership di lunga data ha costantemente offerto esperienze indimenticabili che affascinano il pubblico locale, e siamo entusiasti di continuare questa tradizione con un’altra avventura immersiva che combina educazione, intrattenimento dal vivo e tecnologia digitale all’avanguardia. Milano è stata una pietra angolare per la crescita di Fever, e siamo orgogliosi di contribuire alla ricca scena culturale della città con esperienze innovative e coinvolgenti”.

Dinos Alive – The Immersive Experience è un ulteriore capitolo del viaggio nel tempo nato dalla coproduzione tra Exhibition Hub e Fever che a Milano hanno già saputo conquistare il pubblico con mostre di grande successo come The Art of The Brick, Van Gogh – The Immersive Experience e Titanic – An Immersive Voyage – tuttora in corso presso Lampo Scalo Farini a Milano.

I biglietti per Dinos Alive – The Immersive Experience sono disponibili per l’acquisto, insieme a tutte le informazioni
pratiche, sul sito ufficiale dinosaliveexhibit.com.

Dal 6 novembre presso la Cattedrale del Certosa District, Via Barnaba Oriani 27 – Milano

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Gabrio Gentilini sarà il protagonista nel ruolo di Johnny Castle nella nuova versione di “Dirty Dancing”, in scena al Teatro Carcano di Milano a partire dal 12 dicembre 2024.

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Gabrio Gentilini sarà il protagonista nel ruolo di Johnny Castle nella nuova versione di “Dirty Dancing“, in scena al Teatro Carcano di Milano a partire dal 12 dicembre 2024.
Gabrio, già protagonista con l’iconico personaggio di Johnny Castle della prima assoluta italiana dello spettacolo nel 2014, torna a indossare i panni del carismatico ballerino, reso immortale dall’intepretazione di Patrick Swayze nel film del 1987, per celebrare il decennale del debutto dello spettacolo in Italia. La regia è ancora una volta affidata a Federico Bellone, che ha curato la messa in scena sin dal debutto italiano.
Per la prima volta, “Dirty Dancing” sarà rappresentato in un teatro di prosa di grande prestigio, il Teatro Carcano di Milano, noto per il suo impegno nella promozione di tematiche sociali e culturali di rilevanza, con un’attenzione particolare verso le questioni femminili.
Lo spettacolo comprenderà tutti i celebri numeri musicali e le coreografie che hanno reso indimenticabile e un vero e proprio cult il film, unendo narrazione teatrale, canzoni e balli in un’esperienza unica.
Gabrio Gentilini commenta così il suo ritorno a Dirty Dancing: “Sono trascorsi 10 anni da quando Eleanor Bergstein mi scelse per il debutto italiano di “Dirty Dancing”, lei che scrisse questa storia indimenticabile e lanciò Patrick Swayze nel ruolo iconico di Johnny Castle. Dieci anni! In questo tempo mi sono dedicato alla mia crescita come attore, esplorando nuovi mondi e accumulando esperienze diverse. Ora torno a questa avventura con il desiderio di mettermi nuovamente alla prova come protagonista, pronto a godermi l’energia del pubblico, con rinnovato entusiasmo e profonda gratitudine. Essere stato scelto ancora una volta, dopo tanto tempo, è per me un privilegio che non do per scontato. In questi anni ho acquisito nuove consapevolezze, su me stesso e sul mondo, e voglio infondere queste nuove scoperte in una storia che, ancora oggi, riesce a toccare il cuore di tante persone. Questa volta torniamo in scena con una nuova versione, in prosa ma con tutti i balli e le canzoni che hanno reso questo titolo un vero cult, nell’ambito della prestigiosa stagione del Teatro Carcano, ricca di temi che non solo intrattengono, ma celebrano con attenzione l’universo femminile e promuovono una riflessione profonda. E lo faremo durante il periodo natalizio, il che rende tutto ancora più speciale nel dare vita e colore alla magia di questo spettacolo iconico! Sono davvero onorato e grato a chiunque vorrà condividere con me questo viaggio, che per me si rinnova di una luce speciale.”

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L’abito dell’arte

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PoliArt Contemporary di Milano ha presentato  L’ABITO DELL’ARTE,  durante la Milano Fashion Week questo  Settembre 2024 in Viale Gran Sasso 35, con  la  quinta mostra di Giovanni Lombardini negli spazi della galleria milanese.

La mostra in collaborazione con MP Moda International Fashion School dove i  giovani designers si sono  ispirati dalla ricerca dell’artista riminese, esponendo ciascuno il proprio corrispettivo. Tra i designer , anche Flaminia Lamborghini che ha presentato un suo look.Tanti sono stati gli ospiti da Saverio Palatella, stilista internazionale riconosciuto per il suo talento nella maglieria a Roberta Tagliavini di RobertaeBasta esperta d’arte e personaggio Tv e molti altri.

MP Moda International Fashion School ha voluto in questo modo segnare in modo tangibile l’attinenza della moda con l’arte, due mondi che si parlano in continuazione e incidono profondamente, nella formazione dei giovani designers per cultura ed ispirazione e che continueranno ad ispirare nella loro carriera professionale.

Tutto questo vive in chi ha il coraggio di aprire veramente gli occhi davanti a loro. Perché ogni opera di Lombardini ha un proprio sguardo, coincidente con l’altro sguardo, sempre invitato ad entrare.

L’Abito dell’arte è proprio questa reciproca e possibile fusione, che l’esperienza artistica, antica o moderna, pone come proprio segreto visibile alla storia e all’intessersi delle sue epoche. L’abito è anche un “io abito”, un ubi consistam: abitare, abitarsi, abitare sé stessi per imparare a crearsi.

Eppure l’abito è anche ciò che da sempre donne e uomini indossano, troppo spesso purtroppo perdendosi in vacue superficialità. In questa mostra, per i giovani designers invitati, L’Abito dell’arte è il tentativo di trasfondere negli abiti un lavoro su di sé e con sé, cui l’arte di Lombardini sempre allude, perché l’abito può essere il luogo, il primo luogo, in cui realizzare l’altro modo dello specchiarsi: l’esemplarità. Non si tratta quindi di una mera riproduzione di stilemi su tessuti, ma del tentativo di un vero e proprio intessersi della vita e dell’arte nell’esperienza creativa dei giovani designers, che sono il primo immediato accesso all’altro specchio, quello del futuro.

Per questi motivi la PoliArt Contemporary ha accolto con grande interesse la proposta di MP Moda International Fashion School.

Il ventennale sodalizio tra la PoliArt Contemporary e Lombardini ha prodotto numerose esposizioni pubbliche e private, occasioni di approfondimento di una tra le poetiche più interessanti del panorama contemporaneo. Oltre alle mostre tematiche in galleria, sia a Milano che nella succursale roveretana della PoliArt (dal 2013 al 2018), dedicate a diversi cicli creativi dell’artista, la PoliArt Contemporary ha promosso esposizioni pubbliche, come la mostra antologica 99>11 Verso il Colore, al Museo della Città di Rimini nel 2011 e la mostra Lucio Fontana. La sua lunga ombra, quelle tracce non cancellate, del 2019, in cui sono presenti le opere di Lombardini come esempi di una ricerca che fonde pittura e oggetto (entrambe a cura di Leonardo Conti).

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