Estate è tempo di sole, mare, vacanze e per un appassionato di serie tv è anche tempo di recuperi. Tra le centinaia di titoli che hanno affollato il palinsesto nella scorsa stagione, The Sinner è riuscito a catturare l’attenzione per due motivi: il grande chiacchiericcio che ha creato attorno a sé e soprattutto la sua protagonista, la Jessica Biel del perbenista ma mai dimenticato Settimo Cielo.
Così, mentre negli Stati Uniti sta andando in onda la seconda stagione noi, in colpevole ritardo, abbiamo recuperato i primi otto episodi rimanendone piacevolmente stupiti.
Protagonista delle vicende è Cora Tannetti (Jessica Biel) giovane moglie e madre che si destreggia tra il lavoro nell’impresa del marito, la gestione della casa e le osservazioni un po’ pungenti della suocera. Per allontanarsi dalla routine quotidiana, Cora decide di trascorrere una giornata al lago con il compagno e il figlio inconsapevole che quella gita innocua le cambierà la vita per sempre.
Una volta arrivati in spiaggia la donna inizia a mostrare segni di irrequietezza e disagio fino a quando, infastidita dall’atteggiamento di una giovane coppia seduta lì vicino, si alza e uccide a sangue freddo con diverse coltellate il ragazzo lasciando pietrificata la fidanzata e tutti coloro che hanno assistito alla scena sconcertati.
All’arrivo della polizia sul posto Cora viene arrestata senza opporre resistenza e una volta in carcere si dichiara colpevole declinando la possibilità di essere processata, non sapendo lei stessa dare una giustificazione all’omicidio.
Sembrerebbe un caso chiuso senza bisogno di ulteriori indagini – certezza data non solo dalla confessione della donna ma anche dalle decine di testimoni oculari – ma per il detective Ambrose (interpretato da Bill Pullman) il delitto è tutt’altro che risolto. L’uomo infatti non crede all’ipotesi che Cora sia stata colpita da un raptus di follia criminale ed è convinto che dietro ad un gesto così violento si celino delle motivazioni da svelare.
In The Sinner l’inizio è stato di quelli con il botto, non c’è che dire. Tuttavia, la probabilità di mantenere alta l’attenzione ha messo a dura prova gli sceneggiatori i quali sono riusciti a creare un racconto solido e interessante, complice anche la decisione di limitare il numero degli episodi (8 per la durata media di 40 minuti).
Nonostante nel corso della stagione non si ritrova nessuna scena di forte impatto come quella dell’omicidio avvenuta in apertura – che non ha risparmiato gli spettatori più suscettibili a polemizzare sui social riguardo alla brutalità della messinscena – il ritmo rimane incalzante e cambia le regole del gioco e i tòpoi del genere giallo: non solo qui si conosce in partenza l’identità del colpevole ma lo stesso colpevole che ormai non ha nulla da perdere non è in grado di spiegare il suo gesto. Ecco allora che The Sinner, presentato come il più classico dei crime, rivela un’anima fortemente psicologica, dove le indagini per la risoluzione del caso vengono sostituite da una vera e propria esplorazione nella psiche di Cora, tra sedute di ipnosi e faccia a faccia con il detective Ambrose.
Il legame tra i due non viene presentato solo come interrogatorio tra poliziotto buono e criminale cattivo ma come due personalità che devono affrontare – seppur in termini differenti – complessi drammi personali. Da un lato Ambrose cerca in ogni modo di incanalare la sua profonda disillusione e tristezza nella risoluzione di un caso di fatto già risolto, dall’altro Cora deve smettere di nascondere dietro menzogne gli errori del suo passato per permetterle di riportare a galla ricordi seppelliti dallo shock provocato da una violenza subita che potrebbero in parte scagionarla.
Grazie a The Sinner Jessica Biel (qui anche in veste di produttrice) riesce a scrollarsi di dosso l’immagine di ragazza innocente acqua e sapone ereditata dai tempi di Settimo Cielo e perdurata a causa di ruoli poco incisivi sulla sua carriera. L’attrice si dimostra capace di sostenere sulle sue spalle l’intera storia, supportata però anche da un ottimo cast di comprimari tra cui spicca il già citato Bill Pullman, a cui si aggiungono le buone performance di ChristopherAbbott nel ruolo del marito della protagonista e della giovane Nadia Alexander, interprete della sorella malata di Cora.
The Sinner rientra a pieno titolo in quel filone di serie tv dove la struttura della narrazione prevarica rispetto alla sostanza delle vicende (basate in questo caso sul romanzo omonimo della scrittrice tedesca PetraHammesfahl) e così la ricostruzione degli antefatti del tragico evento è affidata ad un collage di flashback che ben si amalgama con il presente narrativo, creando una suspence che difficilmente lascerà lo spettatore indifferente senza stuzzicarne la curiosità.
Dopo la nomination all’ultima edizione dei Golden Globe, grazie alla sua performance la Biel si è guadagnata anche una nomina agli Emmy e in attesa di scoprire se riuscirà a conquistare l’ambito premio, può godersi il successo della serie da lei prodotta che prosegue con la seconda stagione, i cui primi episodi (questa volta il colpevole è un undicenne che ammazza i genitori) hanno già entusiasmato la critica.