Nella vita di un adolescente c’è sempre un prima, e un dopo. After, il film tratto dal libro di Anna Todd, nuovo fenomeno young adult e probabile primo capitolo di una nuova saga cinematografica (i libri sono cinque), inizia così, e racconta proprio questo. Ciò che accade prima, e soprattutto After, dopo, aver conosciuto il grande amore. Perché a diciotto anni nessuno può sapere cosa accadrà, chi incontrerà, di chi si innamorerà nel resto della sua vita. A quell’età il primo amore è totalizzante, è tutto, è la vita. Ed è quello che prova Tessa (Josephine Langford), ragazza acqua e sapone, tutta casa, studi e un fidanzato che sembra più suo fratello, quando, al college, incontra Hardin (Hero Fiennes Tiffin), ragazzo tanto affascinante quanto scostante e oscuro, che diventerà il suo grande amore, la sua croce e la sua delizia.
È un successo annunciato, After. È così quando un film prende vita da una saga letteraria di culto, in cui i libri hanno già milioni di fan in tutto il mondo: un pubblico già pronto che non può fare altro che andare al cinema per vedere quelle immagini che aveva già immaginato a lungo leggendo le pagine. E un altro pubblico che, incuriosito, si può aggiungere alla fan base. È quello che è successo, ad esempio, con la saga di Twilight. Non citiamo a caso questo nome, perché After è il nuovo Twilight: senza i vampiri, ma tutto il resto c’è. La storia di Edward e Bella, infatti, non faceva altro che travestire da horror una storia archetipica, quella della fascinazione che ogni ragazza al primo innamoramento ha per chi appare più esperto, tenebroso, anche pericoloso. È una storia che è sempre la stessa, ma funziona ogni volta, perché è impossibile non ritrovarcisi. E, in After, il gioco è anche più scoperto: perché se Twilight usava la metafora del vampiro per evocare la distanza tra i mondi di appartenenza dei due innamorati, il proibito, la paura di chi attrae ma è molto diverso, in questo film non serve arrivare a tanto. Tessa e Hardin sono due personaggi reali, concreti, ovviamente enfatizzati nei loro caratteri, ma vivono nel nostro mondo: la brava ragazza, e il maudit, il selvaggio, il bel tenebroso. Raccontare tutto questo apertamente, senza sovrastrutture finto horror, ci piace molto di più.
Un altro modo di leggere After è considerarlo un Cinquanta sfumature di grigio in chiave teen. Perché la dinamica che si instaura tra Tessa e Hardin è la stessa che c’è tra Anastasia e Grey: una donna innamorata di un uomo difficile, duro, pieno di problemi, attraente e respingente, violento ma in fondo pronto a farsi cambiare dall’amore. I libri di Anna Todd, nati per caso, con una serie di post scritti un po’ per gioco sulla piattaforma on line Wattpad e diventati un caso editoriale a livello mondiale, si avvicinano alle cinquanta sfumature anche perché sono piuttosto espliciti, spinti, piccanti. Nel film non troverete niente di tutto questo: nessun nudo, anzi, un continuo tentativo di essere corretti, puliti, come nella scena della prima volta di Tessa e Hardin, dove si indugia chiaramente sull’uso del preservativo, una scelta che raramente, al cinema, si vede in certe scene. After, in questo senso, è un film per tutti, non certo per famiglie e bambini, ma per teenager sicuramente.
Anche l’idea di trasgressione che vediamo nel film è molto elementare, quasi didascalica: basta una t-shirt dei Ramones, o dei Pink Floyd, un tatuaggio, due ragazze che si baciano. Tutto è molto semplice, e servito in una confezione ultra patinata che, però, a tratti, riesce a trasmettere una sensazione di sensualità, attrazione, fascinazione, a condividere qualcosa che abbiamo provato tutti. After, come Twilight e altre saghe che l’hanno preceduta, ha qualcosa di archetipico, universale, che fa identificare il lettore, e ora lo spettatore. E poi ha una buona idea, quella di pervadere tutto il film con la cultura, con la grande letteratura del passato. Emily Bronte e Cime tempestose, Jane Austen e Orgoglio e pregiudizio, sono i numi tutelari di questa storia, i classici che i protagonisti leggono al college, quelli con cui si identificano e a cui si appoggiano per decifrare la propria vita. Anna Todd in questo modo riesce a dare un corpo un po’ più solido a una storia tutto sommato semplice, e anche a dirci che, in fondo, queste storie sono sempre state raccontate, e le abbiamo sempre amate. E che, molti anni fa, c’è stato già chi ha detto (da Cime tempestose) “lui è più me di me stessa”.