Vi faccio qualche nome, e vediamo cosa vi viene in mente. Demi Moore, Robert Redford, Woody Harrelson e un mucchio di dollari. Sì, avete indovinato, è Proposta indecente, un film cult degli anni Novanta. Lo definiscono “un pessimo film degli anni Novanta” in un dialogo di What/If, la nuova serie tv Netflix in streaming dal 24 maggio. Da quel dialogo i personaggi dimostrano di essere consapevoli della situazione in cui si trovano. È una vera proposta indecente quella che Anne Montgomery sottopone a Sean (Blake Jenner) e Lisa (Jane Levy), una giovane coppia di sposi. Lei è una ricca investitrice che, dopo averli incontrati per caso (o forse no?), decide di finanziare la startup di Lisa, che opera nel settore del biotech, e che, senza fondi, rischia di chiudere. Il patto, però, è che Sean passi la notte con lei. E che non parli mai di quella notte. Un po’ come la prima regola del Fight Club.
Se la storia, apparentemente, è già sentita, lo è meno tutto il resto. A partire da una sorprendente, strepitosa Renée Zellweger, che, dopo il tentativo riuscito male di restare giovane con la chirurgia estetica, ha deciso di lasciare definitivamente la sua età dell’innocenza, le commedie, e la bonarietà di Bridget Jones. Non ci sono più le gote paffute, e quegli occhi piccoli e stellati che eravamo abituati a vedere in lei. La nuova Renée è una dark lady che, sul volto, mostra l’età che ha, con la pelle invecchiata, le labbra avvizzite, qualche ruga. Nel corpo mostra una forma fisica strepitosa, a partire da quelle gambe affusolate e tornite con cui entra in scena la sera in cui conosce Sean. È cattiva o, come Jessica Rabbit, la disegnano così? Tutto avrà una risposta, nessuno è veramente quello che sembra in una serie che mostra molte sorprese. Se in Proposta indecente la notte era la chiave del film, il punto d’arrivo, qui è solo il punto di partenza. Sean e Anne non possono nemmeno immaginare cosa li aspetta.
A proposito di Proposta indecente, sarà la suggestione, ma What/If ha un vago sentore di anni Novanta, di quei film di Adrian Lyne e Paul Verhoeven, un po’ pruriginosi, un po’ sociologici, un po’ amorali e un po’ superficiali, che però in qualche modo ci mettevano di fronte a noi stessi, alle scelte che, in teoria ma molto in teoria, avremmo potuto fare in certe situazioni. Un “what if”, appunto, come il titolo di questa serie. E non è un caso: alla regia dei primi episodi c’è Phillip Noyce, regista in voga in quegli anni, che aveva partecipato al filone con il torbido Sliver, che sfruttava il sex appeal di Sharon Stone dopo il successo di Basic Instinct. Noyce è stato anche il produttore di una serie noir al femminile, Revenge, che questa serie ricorda in molti aspetti.
Come in quel cinema degli anni Novanta, ognuno tradisce o immagina di tradire, è tradito o spinge gli altri al tradimento. Come quei film, ma anche come una serie che abbiamo visto di recente su Netflix, You, What/If è un racconto che vive su una serie intrigante di attrazioni, su corpi e volti avvenenti, e su un senso di mistero costante che non può che incuriosire e spingere a continuare la visione. Sì, What/If è una serie da binge watching.
What/If è il Proposta indecente 4.0, aggiornato all’era dei social media e delle startup, e anche alle cattiverie, le invidie, le insoddisfazioni di questa era. C’è dentro tutto il voler entrare nella vita degli altri, il volersi prendere quello che appartiene loro, che caratterizza la nostra vita social di questi anni. Non tutto funziona, soprattutto alcune sottotrame legate a personaggi secondari, ma molte cose sì, a partire dalla sua straordinaria protagonista. Vietato ai minori di 14 anni, What/If è una serie pensata per un target leggermente più adulto rispetto alla maggior parte delle proposte di Netflix, pur restando nell’ambito di uno stile ben codificato dal colosso dello streaming, fatto di immagini nitide, patinate, luminose e seducenti. Ora sta a voi lasciavi sedurre. Sappiate che Anne Montgomery è pronta a tutto.