Connect with us

Eventi

Il mood degli scrittori: K come Kafka alla Fondazione Prada

Published

on

Dal 21 febbraio al 27 luglio 2020 ha luogo, presso la Fondazione Prada di Milano, la mostra “K”: un percorso emozionale tra arte, musica e cinema che va oltre il mood degli scrittori, celebrando Franz Kafka e la sua letteratura a 360 gradi.
Il curatore l’ha definita “trilogia della solitudine“, facendo riferimento ai suoi romanzi incompiuti.

Si tratta di una mostra che si apre con l’opera di Martin Kippenberger, dal titolo suggestivo The Happy End of Franz Kafka’s “Amerika”: un quadrilatero nello spazio del Podium allestito come se ci si trovasse dentro il libro “America, ovvero il Disperso“, romanzo giovanile dello scrittore, proprio durante il colloquio di lavoro presso il Teatro di Oklahoma, che offre lavoro a tutti. Una serie colorata e vivace di sedute, circondate da un’atmosfera surreale da capo sportivo americano, alla ricerca del colloquio di lavoro perfetto.

In sala Cinema invece, entra in gioco il libro “Il processo” attraverso il celebre film di Orson Welles The Trial con Anthony Perkins ed Elsa Martinelli. In questo concept cinematografico ritroviamo il vero senso del mood degli scrittori, ovvero far propria l’esperienza espositiva ed artistica attraverso un’opera cinematografica che ripropone la suggestione letteraria raccontando la storia mediante la pellicola.

Chiude il percorso, l’ascolto dell’album di musica elettronica The Castle dei Tangerine Dream presso la sala Cisterna. Una sorta di locus amoenus fatto di sedute colorate gonfiabili, sostanzialmente neutre rispetto all’esperienza artistica proposta a chi entra, in cui la musica diventa evento “luminoso” dal grado sostanzialmente dispersivo, grazie alle stanze illuminate solo da finestroni e feritoie. Qui l’infinitamente piccolo di chi entra viene comparato all’infinitamente grande del luogo che lo ospita, esattamente come nel libro “Il Castello” di Kafka perché, come diceva l’autore, “tra i contadini e il castello non c’è nessuna differenza “.

Udo Kittelmann compie un piccolo miracolo: attraverso la scelta di questa trilogia, il curatore indaga la natura della narrativa di Kafka, contemporanea e da sempre nemica di se stessa: “Velenosa” al suo stesso autore e nociva, ma viva e nuda più che mai, come la realtà che si racconta. Esplorare, attraverso l’arte, la musica e il cinema, questo nuovo “mood”, che chi scrive definisce “degli scrittori”, offre un innovativo punto di vista anche in questo contesto. Rende visibili e palpabili le sensazioni dei libri che racconta, non con allusioni fini a se stesse, ma attraverso interpretazioni che da soggettive, diventano universali, note, partecipate.

In particolare, l’installazione di Martin Kippenberger, artista tedesco morto nel 1997, The Happy End of Franz Kafka’s “Amerika” del 1994, riesce a mettere a nudo il mood stesso degli scrittori, tanto utilizzato in questo periodo, rendendolo davvero attuale e partecipato. Proponendo la suggestione del posto fisso nel “grande teatro del mondo”, attraverso una serie immaginaria di scrivanie e sedute per intervistato ed intervistatore del colloquio. È come se l’arte di Kippenberger entrasse nell’arte del mondo contemporaneo e la dilatasse grazie allo spazio del Podium presso Fondazione Prada. Tavoli e sedie diventano “umani”, significante e significato un tutt’uno e gli arredi una sorta di testimonianza diretta della precarietà del mondo di oggi.

di Cristina T. Chiochia per DailyMood.it

 

Questo slideshow richiede JavaScript.

 

 

0 Users (0 voti)
Criterion 10
What people say... Leave your rating
Ordina per:

Sii il primo a lasciare una recensione.

User Avatar
Verificato
{{{ review.rating_title }}}
{{{review.rating_comment | nl2br}}}

Di Più
{{ pageNumber+1 }}
Leave your rating

Il tuo browser non supporta il caricamento delle immagini. Scegline uno più moderno.

Continue Reading
Advertisement
Click to comment

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

16 + 16 =

Eventi

Dinos Alive – The Immersive Experience

Published

on

Arriva per la prima volta a Milano la più sorprendente mostra immersiva dedicata al mondo dei dinosauri

Dinos Alive – The Immersive Experience, la straordinaria avventura che permetterà ai visitatori di immergersi dell’affascinante mondo dei dinosauri approda per la prima volta in Italia, a Milano. A partire dal 6 Novembre La “Cattedrale”, il nuovo spazio espositivo di 2.500 metri quadri del Certosa District sarà il teatro di questo affascinante viaggio alla scoperta del nostro pianeta quando esso era ancora dominato dalle incredibili e possenti creature del giurassico.

Dinos Alive – The Immersive Experience
è una mostra innovativa che si avvale di informazioni scientifiche e di apparati tecnici di ultima generazione per offrire un percorso espositivo completo e di grande valenza formativa. Le tecnologie multimediali accuratamente integrate negli allestimenti, completano in modo particolarmente suggestivo le installazioni scenografiche e le ricostruzioni sorprendentemente realistiche di un mondo esistito oltre 65 milioni di anni fa.

Dinos Alive – The Immersive Experience
ci invita a vivere una nuova esperienza a contatto con le creature che popolavano la Terra prima della grande estinzione che mise fine al periodo giurassico e che ci ricorda oggi anche quanto possano essere delicati gli equilibri che regolano gli ecosistemi e la sopravvivenza sul pianeta, invitandoci anche a non dare per scontata la sopravvivenza quanto piuttosto a riflettere sui grandi temi del presente, come quello della sostenibilità.

L’esposizione è anche un omaggio alla possenza della natura che rivela sé stessa e i suoi segreti nelle oltre 40 riproduzioni di dinosauri animatronici a grandezza naturale tra i quali spiccano un magnifico esemplare del temibile Tyrannosaurus Rex, l’imponente Triceratopo e il tanto piccolo quanto feroce Velociraptor.

La mostra permette di avvicinarsi a queste creature in modo inedito e particolarmente coinvolgente. Ogni dinosauro è stato realizzato con grande cura nei dettagli e nelle automazioni. Gli esemplari sono quindi sorprendentemente naturali sia nelle movenze, sia nelle espressioni.

L’esposizione si sviluppa attraverso una serie di ambienti tematici che seguono l’evoluzione dei dinosauri nel corso delle ere geologiche: i visitatori avranno la possibilità di ritrovarsi nelle ambientazioni che riproducono fedelmente i paesaggi dell’era mesozoica, popolati da esseri giganti che camminano, nuotano oppure volano.

Il percorso espositivo è accompagnato da approfondimenti scientifici che raccontano la storia della Terra e dei dinosauri fornendo informazioni sulle più recenti scoperte paleontologiche.
Tra le attrazioni più affascinanti si conta l’acquario virtuale che permette di immergersi nelle profondità dei mari, osservando da vicino i grandi predatori marini come il Mosasauro, che regnava incontrastato negli abissi di un tempo.

Dinos Alive – The Immersive Experience si distingue dalle altre esposizioni sull’argomento per la perfetta combinazione tra l’educazione e l’intrattenimento e offre anche spazi di espressione adatti a tutte le età.
Il percorso prevede inoltre un’area dedicata ai più piccoli, che, in veste di aspiranti paleontologi, potranno vivere l’emozione di scoprire anche fossili “interrati”, imparando, quindi, come si è arrivati a determinare le caratteristiche morfologiche degli esemplari più conosciuti.
Da generazioni, i dinosauri suggestionano il nostro immaginario. Grazie a film iconici come la saga di Jurassic Park, e serie animate come Dinosauri, questi giganti preistorici sono diventati una parte integrante della nostra cultura popolare e collettiva. Dinos Alive – The Immersive Experience segna ora la più moderna evoluzione del tema e lo fa in modo ancora più “immersivo”, con un risultato spettacolare ed emozionante.

Questo slideshow richiede JavaScript.

Dinos Alive – An Immersive Experience è più di un viaggio nel cuore del Giurassico, è un’esperienza immersiva che
sposa nuove tecnologie ed elementi educativi, attirando un pubblico di tutte le età“, ha dichiarato Hamza El Azhar, CEO di Exhibition Hub, co-produttore e curatore di Dinos Alive – An Immersive Experience. “Dopo l’enorme successo di Dinos Alive! in tutto il mondo – da Los Angeles a Melbourne a Washington D.C.- e l’enorme successo delle nostre altre mostre a Milano, siamo particolarmente entusiasti di aprire questa unica esperienza immersiva, e in una nuova sede destinata a diventare una delle più dinamiche della città in termini di intrattenimento“.

Siamo entusiasti di portare Dinos Alive – The Immersive Experience a Milano, consolidando il successo delle nostre
precedenti collaborazioni con Exhibition Hub in città”, aggiunge Pedro Baptista, Exhibition Hub Senior Team Lead
presso Fever.La nostra partnership di lunga data ha costantemente offerto esperienze indimenticabili che affascinano il pubblico locale, e siamo entusiasti di continuare questa tradizione con un’altra avventura immersiva che combina educazione, intrattenimento dal vivo e tecnologia digitale all’avanguardia. Milano è stata una pietra angolare per la crescita di Fever, e siamo orgogliosi di contribuire alla ricca scena culturale della città con esperienze innovative e coinvolgenti”.

Dinos Alive – The Immersive Experience è un ulteriore capitolo del viaggio nel tempo nato dalla coproduzione tra Exhibition Hub e Fever che a Milano hanno già saputo conquistare il pubblico con mostre di grande successo come The Art of The Brick, Van Gogh – The Immersive Experience e Titanic – An Immersive Voyage – tuttora in corso presso Lampo Scalo Farini a Milano.

I biglietti per Dinos Alive – The Immersive Experience sono disponibili per l’acquisto, insieme a tutte le informazioni
pratiche, sul sito ufficiale dinosaliveexhibit.com.

Dal 6 novembre presso la Cattedrale del Certosa District, Via Barnaba Oriani 27 – Milano

Questo slideshow richiede JavaScript.

0 Users (0 voti)
Criterion 10
What people say... Leave your rating
Ordina per:

Sii il primo a lasciare una recensione.

User Avatar
Verificato
{{{ review.rating_title }}}
{{{review.rating_comment | nl2br}}}

Di Più
{{ pageNumber+1 }}
Leave your rating

Il tuo browser non supporta il caricamento delle immagini. Scegline uno più moderno.

Continue Reading

Eventi

Gabrio Gentilini sarà il protagonista nel ruolo di Johnny Castle nella nuova versione di “Dirty Dancing”, in scena al Teatro Carcano di Milano a partire dal 12 dicembre 2024.

Published

on

Gabrio Gentilini sarà il protagonista nel ruolo di Johnny Castle nella nuova versione di “Dirty Dancing“, in scena al Teatro Carcano di Milano a partire dal 12 dicembre 2024.
Gabrio, già protagonista con l’iconico personaggio di Johnny Castle della prima assoluta italiana dello spettacolo nel 2014, torna a indossare i panni del carismatico ballerino, reso immortale dall’intepretazione di Patrick Swayze nel film del 1987, per celebrare il decennale del debutto dello spettacolo in Italia. La regia è ancora una volta affidata a Federico Bellone, che ha curato la messa in scena sin dal debutto italiano.
Per la prima volta, “Dirty Dancing” sarà rappresentato in un teatro di prosa di grande prestigio, il Teatro Carcano di Milano, noto per il suo impegno nella promozione di tematiche sociali e culturali di rilevanza, con un’attenzione particolare verso le questioni femminili.
Lo spettacolo comprenderà tutti i celebri numeri musicali e le coreografie che hanno reso indimenticabile e un vero e proprio cult il film, unendo narrazione teatrale, canzoni e balli in un’esperienza unica.
Gabrio Gentilini commenta così il suo ritorno a Dirty Dancing: “Sono trascorsi 10 anni da quando Eleanor Bergstein mi scelse per il debutto italiano di “Dirty Dancing”, lei che scrisse questa storia indimenticabile e lanciò Patrick Swayze nel ruolo iconico di Johnny Castle. Dieci anni! In questo tempo mi sono dedicato alla mia crescita come attore, esplorando nuovi mondi e accumulando esperienze diverse. Ora torno a questa avventura con il desiderio di mettermi nuovamente alla prova come protagonista, pronto a godermi l’energia del pubblico, con rinnovato entusiasmo e profonda gratitudine. Essere stato scelto ancora una volta, dopo tanto tempo, è per me un privilegio che non do per scontato. In questi anni ho acquisito nuove consapevolezze, su me stesso e sul mondo, e voglio infondere queste nuove scoperte in una storia che, ancora oggi, riesce a toccare il cuore di tante persone. Questa volta torniamo in scena con una nuova versione, in prosa ma con tutti i balli e le canzoni che hanno reso questo titolo un vero cult, nell’ambito della prestigiosa stagione del Teatro Carcano, ricca di temi che non solo intrattengono, ma celebrano con attenzione l’universo femminile e promuovono una riflessione profonda. E lo faremo durante il periodo natalizio, il che rende tutto ancora più speciale nel dare vita e colore alla magia di questo spettacolo iconico! Sono davvero onorato e grato a chiunque vorrà condividere con me questo viaggio, che per me si rinnova di una luce speciale.”

0 Users (0 voti)
Criterion 10
What people say... Leave your rating
Ordina per:

Sii il primo a lasciare una recensione.

User Avatar
Verificato
{{{ review.rating_title }}}
{{{review.rating_comment | nl2br}}}

Di Più
{{ pageNumber+1 }}
Leave your rating

Il tuo browser non supporta il caricamento delle immagini. Scegline uno più moderno.

Continue Reading

Eventi

L’abito dell’arte

Published

on

PoliArt Contemporary di Milano ha presentato  L’ABITO DELL’ARTE,  durante la Milano Fashion Week questo  Settembre 2024 in Viale Gran Sasso 35, con  la  quinta mostra di Giovanni Lombardini negli spazi della galleria milanese.

La mostra in collaborazione con MP Moda International Fashion School dove i  giovani designers si sono  ispirati dalla ricerca dell’artista riminese, esponendo ciascuno il proprio corrispettivo. Tra i designer , anche Flaminia Lamborghini che ha presentato un suo look.Tanti sono stati gli ospiti da Saverio Palatella, stilista internazionale riconosciuto per il suo talento nella maglieria a Roberta Tagliavini di RobertaeBasta esperta d’arte e personaggio Tv e molti altri.

MP Moda International Fashion School ha voluto in questo modo segnare in modo tangibile l’attinenza della moda con l’arte, due mondi che si parlano in continuazione e incidono profondamente, nella formazione dei giovani designers per cultura ed ispirazione e che continueranno ad ispirare nella loro carriera professionale.

Tutto questo vive in chi ha il coraggio di aprire veramente gli occhi davanti a loro. Perché ogni opera di Lombardini ha un proprio sguardo, coincidente con l’altro sguardo, sempre invitato ad entrare.

L’Abito dell’arte è proprio questa reciproca e possibile fusione, che l’esperienza artistica, antica o moderna, pone come proprio segreto visibile alla storia e all’intessersi delle sue epoche. L’abito è anche un “io abito”, un ubi consistam: abitare, abitarsi, abitare sé stessi per imparare a crearsi.

Eppure l’abito è anche ciò che da sempre donne e uomini indossano, troppo spesso purtroppo perdendosi in vacue superficialità. In questa mostra, per i giovani designers invitati, L’Abito dell’arte è il tentativo di trasfondere negli abiti un lavoro su di sé e con sé, cui l’arte di Lombardini sempre allude, perché l’abito può essere il luogo, il primo luogo, in cui realizzare l’altro modo dello specchiarsi: l’esemplarità. Non si tratta quindi di una mera riproduzione di stilemi su tessuti, ma del tentativo di un vero e proprio intessersi della vita e dell’arte nell’esperienza creativa dei giovani designers, che sono il primo immediato accesso all’altro specchio, quello del futuro.

Per questi motivi la PoliArt Contemporary ha accolto con grande interesse la proposta di MP Moda International Fashion School.

Il ventennale sodalizio tra la PoliArt Contemporary e Lombardini ha prodotto numerose esposizioni pubbliche e private, occasioni di approfondimento di una tra le poetiche più interessanti del panorama contemporaneo. Oltre alle mostre tematiche in galleria, sia a Milano che nella succursale roveretana della PoliArt (dal 2013 al 2018), dedicate a diversi cicli creativi dell’artista, la PoliArt Contemporary ha promosso esposizioni pubbliche, come la mostra antologica 99>11 Verso il Colore, al Museo della Città di Rimini nel 2011 e la mostra Lucio Fontana. La sua lunga ombra, quelle tracce non cancellate, del 2019, in cui sono presenti le opere di Lombardini come esempi di una ricerca che fonde pittura e oggetto (entrambe a cura di Leonardo Conti).

Questo slideshow richiede JavaScript.

 

 

0 Users (0 voti)
Criterion 10
What people say... Leave your rating
Ordina per:

Sii il primo a lasciare una recensione.

User Avatar
Verificato
{{{ review.rating_title }}}
{{{review.rating_comment | nl2br}}}

Di Più
{{ pageNumber+1 }}
Leave your rating

Il tuo browser non supporta il caricamento delle immagini. Scegline uno più moderno.

Continue Reading

Trending