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Venezia 78: grande cinema e grandi star per una ripartenza in grande stile

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Il countdown sta per scadere: il sipario su Venezia 78 si aprirà il primo settembre, con la splendida Serena Rossi a fare da madrina della manifestazione.

Sarà la vera edizione della ripartenza. Perché se quella dello scorso anno, pur mostrandoci un cinema vivo e pulsante, mancò purtroppo di glamour e di grandi star, questa vedrà il ritorno delle grandi produzioni hollywoodiane e dei divi internazionali, promettendo undici giorni entusiasmanti.

Ad aprire le danze sarà Madres Paralelas di Pedro Almodovar con l’attesa Penelope Cruz pronta ad infiammare il red carpet inaugurale. La musa del regista spagnolo sarà tra l’altro una delle maggiori protagonisti del festival, dato che sarà in concorso anche il film Competencia oficial, in cui la vedremo duettare con l’altro divo iberico Antonio Banderas.

Ma i film e i nomi attesi sono tanti, e a scorrerli tutti sembra davvero di essere tornati ai festival prepandemia. Tra i titoli che hanno acceso di più le aspettative dei cinefili e degli appassionati, sicuramente troviamo Spencer di Pablo Larraìn, in cui il regista cileno, già autore del biopic su Jackie Kennedy con Natalie Portman, dirige Kristen Stewart nei panni di Lady D. Poi Power of The Dog, che segna il ritorno alla regia di Jane Campion, un dramma in costume ambientato nel Montana degli anni ’20 con protagonisti nientemeno che Kirsten Dunst e Benedict Cumberbatch.

Tra i ritorni in laguna, da rimarcare quello di Lorenzo Vigas, già vincitore della Mostra nel 2015 con Ti guardo, in concorso con La Caja, quello del grande Paul Schrader che dirige Oscar Isaac in The Card Counter, e quello dei francesi Stèphane Brizé con Un autre monde (protagonista Vincent Lindon) e Xavier Giannoli che porta in competizione il suo film in costume Illusions Perdues tra i cui interpreti figura Xavier Dolan.

A contendersi con loro il Leone d’Oro, che quest’anno sarà assegnato dalla giuria presieduta da Bong Joon-ho, troviamo anche Maggie Gyllenhall, esordiente dietro la macchina da presa, con The Lost Daughter, tratto da Elena Ferrante. Protagoniste del film il premio Oscar Olivia Colman e Dakota Johnson.

In mezzo a questo straordinario parterre internazionale, c’è anche però una nutrita compagine italiana, nella quale è lecito riporre grandi speranze in termini di palmares finale. Ben cinque film – non succedeva da più di trent’anni – tutti attesissimi, per diversi motivi. Si parte dall’opera seconda di Gabriele Mainetti, Freaks Out. Il regista di Lo chiamavano Jeeg Robot realizza un vero e proprio kolossal, che racconta la storia di un gruppo di freaks circensi nel 1943, nella Roma occupata dai nazisti, con protagonisti Claudio Santamaria, Pietro Castellitto e Giorgio Tirabassi.

Desta molta curiosità anche Il buco di Michelangelo Frammartino, che racconta la scoperta e l’esplorazione, nell’anno 1961, dell’Abisso del Bifurto nell’altopiano del Pollino in Calabria, la grotta più profonda d’Europa. Un film che secondo il direttore artistico della Mostra Alberto Barbera “ha la bellezza assoluta del diamante puro”.

Altri titoli molto attesi sono Qui rido io, dell’habituè Mario Martone, che porta sul grande schermo la storia di Eduardo Scarpetta, interpretato dal camaleontico Toni Servillo, e America Latina dei fratelli D’Innocenzo, i quali hanno definito il loro film con Elio Germano “una storia d’amore, e come tutte le storie d’amore quindi un thriller”.

A chiudere la cinquina tricolore, il film che secondo molti può seriamente ambire al Leone d’Oro: E’ stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino. Targato Netflix, il film torna alle atmosfere più intimiste delle prime opere del regista napoletano e per la prima volta farà forza su un carattere puramente autobiografico. L’attesa è tanta e, per chi non potrà essere presente alla Mostra, sarà anche lunga, dato che il film uscirà nelle sale a fine novembre e in streaming da metà dicembre.

La Mostra di Venezia, come sempre, però, non è solo competizione ufficiale. Anzi, spesso i titoli più attesi dal pubblico si trovano fuori concorso. E anche quest’anno, in fondo, è così. A non essere sottoposto al giudizio della giuria, è infatti il kolossal Dune di Denis Villeneuve, nuova versione del romanzo fantascientifico di Frank

Henbert, con un cast stellare composto da Timothée Chalamet, Zendaya, Josh Brolin, Javier Bardem, Jason Momoa e Charlotte Rampling. E poi Last Night in Soho di Edgar Wright, musical dalle atmosfere horror con la “regina di scacchi” Anya Taylor-Joy;  The Last Duel di Ridley Scott, dramma medievale con Adam Driver, Matt Damon e Ben Affleck; ed ed infine Halloween Kills, ultimo episodio della saga con l’assassino mascherato Michael Myersche vede nuovamente protagonista Jamie Lee Curtis.

Proprio quest’ultima riceverà il Leone d’Oro alla carriera, riconoscimento che andrà anche al nostro Roberto Benigni. Due miti senza tempo che arricchiranno ancora di più un festival che promette davvero grandi cose. Per una ripartenza in grande stile.

di Antonio Valerio Spera per DailyMood.it

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