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A Napoli il panettone profuma di J’adore. Una bella storia sotto il Vesuvio

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Ti racconto una bella storia……..Il Panettone è da sempre l’indiscusso protagonista delle tavole italiane che sta a metà tra l’arte della panificazione e la pasticceria. Il panettone infatti, secondo la ricostruzione storica più accreditata, nacque nel forno di un panettiere, un certo ‘Toni’ che per la prima volta impastò il suo pane con le uova, il burro, i canditi forse per una ragazza, creando il primo ‘pane-de-toni’, che è diventato il panettone che conosciamo.

La ricetta del panettone si è diffusa in tutta Italia e viene prodotto ovunque in versioni anche molto diverse tra loro, come succede quasi sempre. Per assaporare la Festa del Santo Natale cosà c’è di meglio nel ritornare un po’ bambini e raccontarci una storia ?

Ci sono diverse leggende che narrano della nascita del Panettone.
La più classica narra la storia di Ugo, giovane falconiere di Ludovico il Moro che viveva nello splendido palazzo che suo padre aveva ricevuto in dono dal Duca di Milano. Siamo quindi sul finire del ‘400. Ogni notte il ragazzo scavalcava le mura del palazzo per recarsi nella via del le botteghe e dei bottegai che lì vicino si trovava: Corso Magenta. La ragione, come da tradizione, è l’amore per una fanciulla dalle umili origini, la figlia del panettiere Toni.

Vedersi di notte e di nascosto nella bottega in cui Adalgisa impastava assieme al padre Toni era l’unico modo per passare del tempo assieme, dal momento che la famiglia di Ugo osteggiava la loro relazione. Adalgisa aveva però poco tempo da dedicare a Ugo: c’era molto da lavorare da quando il garzone di bottega si era ammalato. Per amore, il falconiere del duca di Milano si fece assumere di nascosto dalla panetteria, in questo modo avrebbe potuto vedere ogni notte Adalgisa senza essere di disturbati.

Ma nella zona di Corso Magenta la concorrenza si era fatta sempre più feroce, e così a ben poco servirono gli sforzi di Ugo per aiutare la sua bella e il padre di lei. Gli affari andavano sempre peggio. Ma Ugo non aveva nessuna intenzione di darsi per vinto, e decise di rubare una coppia di falchi a Ludovico il Moro e di venderli per comprare del burro. La notte dopo aggiunse tutto il burro acquistato all’impasto del pane. La mattina Milano stava impazzendo per il pane della bottega di Toni.

Il Natale si avvicinava mentre Ugo rubava altri falchi per procurare burro e zucchero per il pane del padre di Adalgisa, tanto che in città non si faceva altro che parlare del Pane di Toni (da cui deriva il termine panettone) e la coda fuori dal negozio si era ormai fatta lunghissima. Gli affari andavano quindi alla grande, quando Ugo decise di aggiungere un ultimo tocco a quella che di fatto era la sua creazione: aggiunse uova, uva sultanina e pezzetti di cedro candito. Divenne il dolce perfetto per il Natale, Toni si arricchì, la famiglia di Ugo non ebbe più niente da dire per ostacolare la sua relazione con Adalgisa e i due poterono sposarsi felicemente.

Fare il Panettone artigianale è solo questione di tempo, pazienza, ingredienti di qualità. Dai primi giorni di dicembre a Napoli è sulle tavole più raffinate il Panettone J’adore creato dallo chef Daniele Unione, che, in tandem con la figlia Emanuela, è risultato vincitore in febbraio di Cuochi d’Italia il format condotto da Barbieri, Gennaro Esposito e Cristiano Tomei, e risulta che non ci siano  particolari difficoltà nella realizzazione, anzi è un dolce, che si basa sui metodi e sui tempi della panificazione e della lievitazione naturale, che ha bisogno di tutto il tempo che richiede. Considerate che dal momento in cui cominciate, occorrono almeno 2 giorni interi di lavorazione e lievitazione, prima di arrivare al giorno di cottura e che dovete avere a disposizione il lievito madre già efficiente e rinfrescato.  Se partite da zero, iniziate perciò dalla preparazione del lievito il lunedi. A fine settimana potrete iniziare a preparare il vostro panettone.

Il panettone d’autore
J’ADORE by DANIELE UNIONE
Creato dallo chef Daniele Unione è un dolce che emana passione ed emozione, che trova il suo corrispondente perfetto nell’alta qualità delle varie tipologie di vini dolci abbinati creando un connubio perfetto, brillante, testimoniando quella bellezza e fantasia creativa campana che è parte del “made in Italy”. Mosso dalla passione per l’eccellenza lo chef Unione ha messo a punto un’inedita tecnica per mantenere inalterati i profumi del dolce anche dopo la cottura: un ulteriore step di un percorso di sperimentazione volto a definire un viaggio nei profumi, nei sapori e nelle fragranze della più autentica tradizione artigianale. In un packaging elegante ha presentato in tre versioni il tradizionale mandorlato con canditi e uvetta, alle mele, di gusto molto soggettivo e non poteva mancate la versione a gocce di cioccolato con una glassa di zucchero anziché la versione con la glassa al cioccolato.

Ingredienti: (per 2 panettoni da 750 g)

  • 500 g di farina 00
  • 600 g di manitoba
  • 200 g di lievito madre – rinfrescato 3 volte nell’arco della giornata
  • 6 uova (4 tuorli)
  • 300 g di zucchero
  • 350 g di burro
  • 15 g di sale
  • 3 cucchiai colmi di miele di acacia
  • 1 bustina di vaniglina
  • 250 g di uvetta
  • 250 g di canditi
  • scorza grattugiata di 1 arancia
  • Far riposare e crescere il panettone nei pirottini cuocerlo a 170 gr x 25 min e farlo raffreddare a testa in giù

Per la preparazione ogni regione e ogni luogo hanno la sua modalità, secondo l’estro del Panettiere ma va evidenziato un ingrediente che fa parte della nostra frutta secca, l’Uvetta Passita.

 

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