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Acque Profonde: Il nuovo amore infedele di Adrian Lyne e la chimica tra Ana De Armas e Ben Affleck

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“What?”. “Nothing”. “Che c’è?” “Niente”. Vic è appena tornato a casa, in bicicletta, e trova Melinda, la moglie, ad aspettarlo silenziosa seduta sulle scale. È così che inizia Acque Profonde (Deep Water), il nuovo film di Adrian Lyne tratto dall’omonimo romanzo di Patricia Highsmith, disponibile in streaming dal 18 marzo su Amazon Prime Video. Vic e Melinda sono Ben Affleck e Ana de Armas, che mettono in scena una coppia in crisi e che, nella vita reale si sono innamorati, anche se la loro love story è già finita. Fate attenzione a quella scena, alle parole che Melinda dice subito dopo “niente”, al modo in cui guarda suo marito e a come si muove. Poi capirete tutto.

Vic e Melinda Van Allen sono una coppia di New Orleans, hanno una bambina di sei anni, sono benestanti e ben inseriti in società. Il fatto è che lei è disinibita, libera, naturalmente portata per flirtare, mentre lui è un tipo più riservato, dedito alla famiglia. Non guarda le altre donne, mentre lei sembra sempre cercare gli altri uomini. Con lo sguardo, con atteggiamenti affettuosi, forse anche con altro, anche se non lo capiamo mai fino in fondo.. Di qualcuno dice che è un amico. Di un altro che è l’insegnante di piano. Le provocazioni e i giochi psicologici tra i due aumentano. A Vic questa situazione non sembra più tollerabile, e forse non lo è mai davvero stata. E il gioco comincia a diventare pericoloso…

Acque Profonde è tratto da un romanzo di Patricia Highsmith (1921-1995) la scrittrice americana di Strangers on a Train (1950), da cui è stato tratto il famoso film di Alfred Hitchcock L’altro uomo, noto anche come Delitto per delitto – L’altro uomo, e soprattutto di The Talented Mr. Ripley (1955), da noi noto come Il talento di Ripley, primo di una serie di cinque romanzi le cui storie sono state portate spesso al cinema da grandi registi come René Clément (Delitto in pieno sole), Anthony Minghella (Il talento di Mr. Ripley), Wim Wenders (L’amico americano) e Liliana Cavani (Il gioco di Ripley). La Highsmith è nota per i suoi protagonisti amorali, complessi, intelligenti e impenitenti: uomini che mentono, spesso uccidono e raramente, se non mai, vengono scoperti. Il suo romanzo del 1957, Deep Water, in qualche modo ribaltava la concezione di allora sulle norme di genere e sulla moralità coniugale. Partendo da dei classici come Madame Bovary e Anna Karenina, ha invertito gli stereotipi sessuali degli anni Cinquanta, dove la moglie è adultera e disinibita e il marito fedele, tutto casa e famiglia.

Era probabilmente solo questione di tempo a che i mondi di Patricia Highsmith e di Adrian Lyne dovessero unirsi. Perché Adrian Lyne, a sua volta, ha sempre fondato il suo cinema su personaggi amorali, su un mondo dove buoni e cattivi non lo sono mai completamente, e anche i protagonisti, quelli dal cui punto di vista guardiamo la storia, hanno sempre più di qualche macchia. Tranne forse la protagonista di Flashdance, il film che lo ha rivelato al mondo e che è diventato iconico, come anche 9 settimane e ½ , tutti i personaggio di Lyne, protagonisti o antagonisti, sono sempre stati ambigui, contraddittori, a loro modo scissi. Sono i personaggi di Attrazione fatale, Rivelazioni, Proposta indecente, Lolita, Unfaithful – L’amore infedele, di cui questo film, a tratti, sembra quasi un remake. Personaggi scritti apposta per far discutere, per essere giudicati, per dividere. Mentre, dall’alto del suo sguardo, Lyne non li ha mai giudicati, ce li ha solo raccontati senza pregiudizi, li ha illuminati da tutti i lati.

I film di Adrian Lyne sono sempre stati un evento. Erano film che uscivano al cinema e ci restavano a lungo. E li vedevano tutti. E se ne parlava per mesi, sui giornali di cinema ma anche di costume, e restavano tutti nell’immaginario collettivo. Ora Acque Profonde, che sarebbe stato uno di questi film, arriva direttamente in streaming. È un segno dei tempi. Ma è anche un lusso, perché è un film da cinema in tutto e per tutto.

Quella di Acque Profonde è la solita confezione patinata e raffinata. La vita di Vic e Melinda è avvolta in toni tenui, sfumati, in tinte pastello: la loro è una vita ideale, in interni borghesi e rassicuranti, avvolta in una luce azzurra dai riflessi dorati. È una cornice suadente e lussureggiante, dove i personaggi sono in un moto perpetuo e si mescolano tra la gente. Ed è come se tutto questo attutisse quello che accade sullo schermo, così come la sinuosa leggerezza di Ana De Armas, nel ruolo di Melinda, sembra rendere le sue libertà, i suoi tradimenti, o presunti tali, meno gravi, meno pesanti. È una storia che si segue come una tranche de vie, come dentro a un pomeriggio ubriaco dove tutto sembra accadere e forse non accade niente, dove il thriller sembra essere nell’anima delle persone più che in quello che accade. E il delitto arriva in fondo piuttosto tardi. Inevitabile, forse, inaspettato, probabilmente. Irrisolto, a conti fatti?

In tutto questo, Ana De Armas domina il film con la sua bellezza distratta e irresistibile, portata con nonchalance come certi vestiti lunghi e leggeri, scollati, indossati con i piedi nudi. Suona anche il piano, in una scena, e canta – in italiano – la nostra Via con me di Paolo Conte. L’altro lato della Luna è Ben Affleck, che attraversa tutto il film con un’aria dimessa, assorta, attonita e repressa, con uno sguardo sospetto e malmostoso, ferito nonostante faccia tutto per non farlo vedere. In questo continuo contrasto, in questi opposti che per tutto il film non fanno altro che attrarsi e respingersi, c’è tutto: la tensione del film, le scelte, inevitabili ma anche sorprendenti, dei protagonisti. E c’è la chimica. Per tutto il film non si può non pensare che tra i due personaggi c’è una storia che sta finendo, e che tra i due attori ci sia lo stato nascente di una passione. C’è una scena, poco prima della fine, una scena d’amore, di complicità e di sorrisi, in cui ci sembra davvero di scorgere la chimica, la verità della loro relazione.

Acque Profonde (sceneggiato da Sam Levinson, Re Mida della serie tv Euphoria), è puro Adrian Lyne, uno che sa ancora fare i film, nel senso di confezionarli. Sa scegliere i volti giusti, i corpi giusti, sa illuminarli alla perfezione (a proposito della scena di Via con me, guardate come gioca con la luce e i capelli di Ana De Armas) secondo una lezione, quella degli anni Ottanta, che prendeva i canoni della pubblicità e li portava al cinema segnando uno stile che ancora oggi ha un senso. Quello di Acque Profonde è un cinema anni Ottanta, ma aggiornato ai giorni nostri, meno impetuoso, meno rabbioso, meno ad effetto, ma con lo stesso fascino insinuante. Forse Adrian Lyne non avrà l’impatto sulla società che aveva trenta-quaranta anni fa, ma è comunque un maestro. Che c’è? Niente. Solo un gran bel film.

di Maurizio Ermisino per DailyMood.it

 

 

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