Finalmente la moda è tornata protagonista nelle strade di Milano, con l’attesissima Fashion Week Uomo che si è tenuta dal 17 al 21 giugno e ha visto sfilare alcuni dei più grandi designer del mondo.
Come aveva giustamente dichiarato il Presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana Carlo Capasa, si è trattato di “grandi ritorni e nuovi arrivi”.
Ad aprire le danze è stata l’attesissima passerella di Dsquared2 che, con la sua collezione omaggio a Bob Marley, ha voluto celebrare il ritorno alla libertà dopo gli anni bui della pandemia. Camicie tie-dye, stampe con il mitico volto di Marley, colori e maxi shorts sono la chiave di questa originalissima collezione realizzata grazie alla collaborazione proprio della Bob Marley Foundation.
Tra gli immancabili, ovviamente, Re Giorgio con due collezioni distinte: fluo e dinamica con Emporio Armani e classica e sofisticata con Giorgio Armani.
Il re della moda, si sa, non punta a grossi stravolgimenti o all’originalità. C’è solo una cosa da tenere sempre a mente: l’eleganza, vero segno distintivo del celebre stilista che, anche stavolta, tra seta colorata e giacche destrutturate, non sbaglia un colpo.
C’è chi, invece, ha deciso di guardare al passato con un pizzico di nostalgia per poi rivisitarlo in una nuova ottica. È il caso di Dolce & Gabbana che hanno volto lo sguardo agli anni Novanta e Duemila in cui erano, senza ombra di dubbio, il brand più gettonato.
E allora spazio ai tessuti leggeri, alla vita bassa ma non troppo proprio da anni Duemila, giacche classiche e camicie con colli maxi. Una collezione che sicuramente ha incantato chi quegli anni li ha vissuti ed amati…
Tra i ritorni più attesi e anche tra i più emozionanti, invece, c’è stato sicuramente quello di Moschino, che mancava alle sfilate milanesi da diversi anni.
Jeremy Scott ha voluto rendere omaggio al celebre artista e fotografo Tony Viramontes, scomparso alla fine degli anni Ottanta prima di poter conoscere il successo che meritava. Le illustrazioni di Viramontes appaiono sui vestiti attraverso inserti di ricami scintillanti, dettagli in technicolor e accompagnate da accessori in pelle che richiamano un’anima più “punk”.
Senza dubbio una collezione che, oltre ad avere il merito di aver omaggiato finalmente un artista iconico e purtroppo spesso dimenticato, farà parlare di sé a lungo.
A chiudere il sipario è stato invece Zegna, in una location assolutamente originale e mozzafiato: i tetti del mitico lanificio, circondato dallo splendido e verdissimo Oasi Zegna.
La collezione è molto sobria, quasi a voler richiamare un ‘mood’ più rilassante. La palette di colori, infatti, rigorosamente pastellata, oscilla dal bianco al rosa, dal crema al beige, e le forme sono leggermente ondulate, a tratti oversize. Il tutto, naturalmente, senza rinunciare a stile ed eleganza.